Cosa più ha influenzato il modo in cui i registi e gli addetti del grande schermo se non l'avvento del colore? Il colore infatti permette di dare la vita alle storie dei nostri eroi, di esprimere con solo un'occhiata l'atmosfera in una stanza, di stravolgere la realtà con sfumature sgargianti ed esotici.
Il Grigio Asparago sicuramente non è un esempio di questi ultimi, non richiama con una tonalità vibrante la nostra attenzione, infatti ha tutto un altro compito nelle
palette dei più grandi e sapienti registi, il suo compito è quello di dare agli ambienti naturali (ma anche non in certi casi) un'atmosfera decadente, morente, marcio e un po' deprimente.
Non è da sottovalutare l'importanza di questa capacità, infatti è risaputo che per rendere più potente un messaggio positivo o di speranza prima bisogna saper rappresentare l'alternativa drammatica che si prospetta al protagonista.
Un esempio dell'uso di questo colore possiamo trovarlo in film di
Hayao Miyazaki come
Nausicaä della Valle del vento in cui la protagonista deve affrontare le avversità che le presenta un mondo post apocalittico dove la natura ha assunto un aspetto grottesco appunto distinto da questo colore così poco vitale (guarda la paletta su
palette dei colori di Miyazaki).
(Dalla pagina di wikipedia del film)
Un altro esempio lo troviamo nei film di
Wes Anderson, vero e proprio rappresentante della cromaticità del cinema, che utilizza i colori più vivi in situazioni di vita normali e quotidiane per caricaturizzare le emozioni dei protagonisti e tra questi colori troviamo anche il Grigio Asparago come catalizzatore dello sconforto e della decadenza (come per esempio in questa scena di
Rushmore in cui il protagonista si impersona fin eccessivamente nel soldato in una commedia da lui scritta).
(Presa da Palette.com)
Così come questi due esempi possiamo trovare decine se non centinaia di
film in cui questo colore è usato nello stesso modo, altre a quelli in cui è semplicemente come parte dello spettro dei colori naturali.
Le espressioni regali legate agli asparagi si devono a Luigi XIV che durante il suo regno proclamò l'asparago "le Roi de légumes" tanto che in Francia un grande impulso alla coltivazione si ebbe per la predilezione del Re Sole per il il gustoso vegetale.
Il mito narra che Priapo, essendo proprio la rappresentazione dell'Eros e della forza vitale sessuale, in una delle sue notti di eccessi e bagordi, troppo ebbro per comprenderne le conseguenze, assale Vesta, la cui verginità era stata dichiarata intoccabile da Zeus, e cerca di montarla. Un asino, prima che l'assalitore possa raggiungere la dea Vesta raglia nelle vicinanze svegliando la ragazza, essa riesce a scappare ed a rifugiarsi in un cespuglio di asparagi selvatici, che dandole riparo saranno sacri a lei e ai suoi discendenti. Messo al corrente dell'accaduto, Zeus esilia Priapo per la sua sfrontatezza, non essendo in grado di controllare i suoi istinti primordiali, e facendone un esempio da non seguire.
